lunedì 11 ottobre 2010

Buon compleanno Radio3

Cara Radio3, quest'anno è un anniversario importante. Sessant'anni che sei nata.
 Non sono pochi ed anche un bel numero per festeggiarli.
 Sono comunque più sinceri i tuoi sessanta, che i quarantacinque che ha festeggiato Valentino o i centoventicinque di Bulgari.
  Anch'io, ti faccio i miei migliori auguri, sentiti, e ti ringrazio per la bella compagnia che mi fai da tanto tempo. Non ti ascolto da ieri e sei la radio che più di tutte preferisco. Sei gentile e discreta sempre, non alzi mai la voce, mai volgare e sempre corretta e sapiente.
Mi piacciono le persone con cui lavori e mi piacciono parecchio i tuoi programmi, a partire da Prima Pagina, al mattino presto, Radio3 suite, Il teatro di Radio3, il lunedì. Poi Fahrenheit e Hollywood Party, i Concerti dal Quirinale e parecchio altro ancora.
 Auguri a te allora, ma auguri anche a tutte le radio del mondo.
 Auguri a quella Radio Alice di Bologna, che negli anni settanta diede il microfono a chiunque e si trasformò in un vero strumento di produzione culturale. A Radio Caroline, la radio pirata, che un decennio prima, trasmetteva musica rock a bordo di una nave in mezzo al mare, da una località non rintracciabile dalle autorità inglesi. Auguri pure a quella meravigliosa foto apparsa su Life, che ritrae un marinaio ed un'infermiera che si baciano su Time Square, dopo l'annuncio alla radio della fine della guerra, almeno così ce l'hanno raccontata. Auguri  all'uccellino che di notte scandiva le ore. La Hit Parade dei 45 giri, il venerdì alle tredici, radio2, certe strillate c'ho preso perchè non mi presentavo a tavola in orario. Auguri a quell'Italia che cambiò di lì a poco, che le domeniche d'inverno si fermava davanti ad una radiolina per Tutto il calcio minuto per minuto. A Rai Stereo Notte, le tre radio della Rai, che da una certa ora trasmettevano lo stesso programma, ti svegliavi al mattino canticchiando un ritornello che non conoscevi prima, c'ho messo anni per capire che era stato l'ultimo pezzo che avevo ascoltato prima di addormentarmi. Auguri a tutte le radio libere, anche quelle piccolissime, da scantinato, che hanno fatto innamorare tante persone, la frase tipica era, con una voce bassa, calda e notturna, di chi conosce l'uso del microfono: questo pezzo è tutto dedicato a Genny da parte di Salvo. Tutti i viaggi in autostrada di notte, dove ero l'unico sveglio, con responsabilità, mi ricordava di non correre e di allacciare le cinture, quando ancora non c'era l'obbligo, allora ancora si chiamava radio 103.3, e quelle belle canzoni che finivano sempre troppo presto.
Poi ogni volta che i miei pensieri sono andati a chi è recluso in carceri, troppo fredde, troppo calde, troppo buie, o negli ospedali, ho sempre sperato che avesse con sé una radio.
Penso a Giuseppe Impastato, che conduceva i suoi programmi contro i mafiosi da una radio libera di Cinisi.
 La radio è lo strumento di chi ha emigrato, di chi ha deciso di mettere le radici al vento di un'altra terra e le ha sospese, così, all'aria, e non gli resta che immaginarsi la vita come vuole lui. Perchè chi ascolta la radio ha una grande immaginazione. In un mondo che vive di immagine lui si attacca più che può ad uno strumento che tutto ha, tranne che l'immagine.
Viva Radio3, viva la radio, viva le onde corte, medie, lunghe e modulazione di frequenza, viva chi l'ascolta, che mi sembra sempre più popolo e sempre meno pubblico.

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