mercoledì 16 febbraio 2011

Questa vita sceneggiatrice

Se c'è un uomo che non merita di andare davanti a tre giudici donna è proprio il Sultano, come lo chiama la direttrice dell'Unita. Lui che da trent'anni si è inventato un'altra immagine delle donne, che è pure piaciuta agli italiani.
Fu proprio con Drive In, inizio anni 80, che si inventò le inquadrature dal basso, al limite degli slip o nel decolté di Carmen Russo. La stessa cosa fece con le ragazzine di Non è la Rai un decennio dopo. Fino al velinismo di oggi, dove due ragazze, di solito una bionda e una bruna, ballano sulla scrivania e il cameraman inquadra da sdraiato sul pavimento.
 Sempre a proposito di donne, cinque anni fa in campagna elettorale, in uno dei due confronti televisivi, con Romano Prodi, alla domanda di quante donne avrebbe inserito nella Squadra di Governo? Rispose che si era informato e che "le signore" gli avevano riferito che preferivano occuparsi della famiglia.
 Ed anche un paio d'anni fa, quando una giovane laureata gli ricordò  di essere anche precaria, le suggerì di sposare un uomo ricco.
 In tutto ciò che fa, sia impresa che politica, non c'è traccia di una donna ai massimi livelli professionali.
 Nessuna donna è direttrice di un suo giornale, di un suo tg, o di una sua importante azienda. Lo stesso vale anche per la politica, si ha traccia di donne solo in sotto segretariati inutili o  Ministeri senza Portafoglio, in effetti ora che ci penso, la sua segretaria personale che gli tiene l'agenda, è una donna.
 Ora, se io  avessi trovato la scena nel finale di un film, che tre giudici donne starebbero per giudicarlo, sarei uscito commentando che gli sceneggiatori, spesso hanno una bella creatività, l'effetto sorpresa, il paradosso.
 Adoro queste storie che la vita scrive con più precisione e creatività degli scrittori stessi.


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