giovedì 30 settembre 2010

Al mercato

Le notizie oggi sono un comune prodotto di consumo. Non vengono cercate e scritte per un pubblico che deve essere informato, ma erogate ad un pubblico che deve consumare informazioni. Allo stesso modo fanno le aziende che producono che so, abiti, detersivi, patatine o elettrodomestici. Con la solita vecchia regola del marketing, prima si crea ''il bisogno'' e poi lo si soddisfa, si realizzano capitali ed opinioni.
E così possiamo notare che le notizie intorno a Cogne, Erba, i rifiuti in Campania, Clooney, Veltroni, si vendono che è una bellezza, si trattano sulla borsa dell'editoria per mesi e sono sempre di successo, sempre quotatissime e si possono fare ottimi ricavi, infatti si usa dire: fa notizia, intendendo : è di moda. Questa settimana ad esempio, si è venduta per giorni e con grande successo la notizia, circa i gusti sessuali del fotografo Corona. E chi se ne frega avrebbero detto in tanti.
Invece, a pochi giorni dall'accaduto, non è più in vendita, né sui giornali, né in televisione, neppure alla radio, perfino sul web, alcuna notizia sui 33 minatori intrappolati a 700 metri sotto terra. Non si trova più da nessuna parte. Eppure non è andato esaurito il prodotto.
Si vede che è andato male il lancio e l'azienda l'ha ritirata dal commercio.
Tra i miei ''bisogni'' ci sarebbe la speranza di una buona notizia però.

Berlusconi bis


Fragile maggioranza o solida minoranza, senza punto interrogativo.

mercoledì 29 settembre 2010

Da ''La Stampa'' di stamattina.
"La bimba venuta dal coma", di Massimo Gramellini.


Fa’ come noi, Idil: respira. Perché è così che ti abbiamo accolto: con un respiro di stupefazione e di sollievo. Non era facile bucare la corazza del nostro cinismo: la nausea e il disincanto ci hanno reso insensibili alle cattive notizie e sospettosi davanti a quelle buone. Ma tu hai fatto il miracolo. Tu sei il miracolo. Sei nata da una donna che è morta un mese fa. Divorato dal male, il cervello di tua madre aveva sospeso per sempre le trasmissioni. Ma il suo cuore continuava ostinatamente a battere accanto al tuo. Due cuori che palpitano nello stesso corpo: questo fatto, talmente ovvio in un parto da averci fatto dimenticare quanto sia meraviglioso, diventava nel tuo caso una sfida apparente alle leggi di natura. Apparente, Idil, perché tu sei la natura nella sua essenza più profonda. Sei la vita che nasce dalla morte, in una staffetta incessante che a qualcuno sembra non avere scopo, soltanto perché la ragione non ha gli strumenti per coglierlo. La ragione ha altri compiti, altri meriti. Ha creato la scienza che ti ha permesso di nascere, trasformando il corpo spento di tua madre in un’incubatrice.
E ora sei qui, lontano da dove avresti dovuto essere. Con un padre vedovo, felice e disperato, e cinque fratelli in Somalia tenuti a bada dal più grande di 9 anni. Che la tua avventura abbia inizio, restituendo un po’ di energia anche alla nostra, dispersa in tante boiate. Adesso è in te che battono idealmente due cuori: la madre e la figlia, la morte e la vita. «Dov’è il principio, là è la fine». E viceversa. Grazie, Idil, per avercelo ricordato.

martedì 28 settembre 2010

Minicar. Roma, ore 9,30


Nuovi mezzi di locomozione.
E' qui che parcheggiano gli studenti del liceo San Giuseppe, in via della Trinità dei Monti, di fronte all'Accademia di Francia .
Nello stesso posto dove fino a venti anni fa erano parcheggiati Si, Boxer e Ciao.

lunedì 27 settembre 2010

Di nuovo emergenza rifiuti

eL'emergenza rifiuti in Campania è stato il più ''grande spot'', con cui Berlusconi ha vinto le elezioni del 2008.
Da ieri, il sindaco di Boscoreale, sta facendo lo sciopero della fame e chiede un incontro con le istituzioni.
Per il sottosegretario Guido Bertolaso, l'emergenza è dovuta alla mancanza di organizzazione da parte degli amministratori locali.
Intanto ieri, i camion per la raccolta dei rifiuti erano ''di nuovo scortati'' dalle volanti della polizia.
Ma ai napoletani non viene mai in mente che sono 200 anni che si va avanti così e che potrebbe essere anche colpa loro?

domenica 26 settembre 2010

sabato 25 settembre 2010

Tregua


Ha ragione Gaia, i giornalisti non possono fermare un Paese tre mesi per un appartamento, tra l'altro in una città bruttissima. Ora si potrebbe anche parlare d'altro.

Che emozione


Aspettando il sei novembre.

Invidia


Ho invidiato Beppe Severgnini, quando giovedì scorso, ha scritto su Sette: ''è più carina che in fotografia ed è tutto dire''.

giovedì 23 settembre 2010

Al titolo poi ci penso

Poi , ogni tanto, non capita quasi mai, succede che chi ami e ti dorme a fianco ti dice: vai tu? Sono già le sei e mezza e quella che chiami '' Basilico'', si è svegliata. E' così che iniziano gli ''spot mattutini della felicità''. Spot, perchè sono sempre gli stessi, più o meno.
Allora, tanti ''bonjour'' e sorrisi, fin da quando la trovi in piedi nella culla, con quella faccia che sa di sonno e delicatezze.
 Cambio del pannolino, che mentre lo arrotoli fai sempre la stessa battuta: ''uè, ma che bel peso specifico''.   
 Poi, le prepari la colazione intanto che le è già venuta fame, protesta ad alta voce perchè ha visto il latte e non può aspettare neanche un secondo e a te viene un po' di agitazione, faresti di tutto per non fare svegliare chi ti ha appena chiesto di riposare un po' di più stamattina. Alla fine ce la fai,  le dai la colazione, che ti sembra già ubriaca di prima mattina. Dopo, se te lo permette, fai colazione tu. Poi cominciano i giochi sul grande divano, intanto che accendi radio3, Prima Pagina.
 Alle sette e mezza si sveglia, la tua ex fidanzata. Grandi sorrisi, ancora, e baci. Dopo la vesti, fai la doccia, ti vesti di corsa tu ed esci. L'accompagni all'asilo con una Roma assai nervosa e litigiosa. Resti nella classe per qualche minuto in più e ti viene un sano desiderio di restarci per una settimana in quell'asilo, ma lo sai bene che non puoi. Intanto che ti avvii al lavoro senti pure un po' di nostalgia.
Invece sei distratto da una bella ragazza che parla al telefono e, da che andava di corsa, ora sembra non avere più fretta.
 E' innamorata, lo vedi subito. Lo vedi dall'andamento, dalla camminata.
 Ha quei fianchi sicuri e solidi che sono pronti per sorreggere un bambino. Ha la praticità che sta nelle donne quando amano, pensa a lui e pensa alla sua vita nello stesso tempo.
Lo stile è quello degli anni cinquanta, un po' ''Claudia'' nei film di Visconti insomma. Si è truccata con quel tratto un po' vivace, che trovi quando giri per i quartieri subito fuori le mura del centro di Roma.
 Porta una borsa bella grande e pesante sulla spalla, come quelle per andare in palestra, magari in pausa pranzo. E pensi pure al solco che le lascia nella carne.
 Fosse per te le daresti immediatamente una mano, che so: signorina la posso aiutare? Ma non lo fai perche hai paura di essere travisato.
Però poi rallenti e dopo ti fermi, intanto che ti accendi una sigaretta, con il Colosseo illuminato dal sole, là a pochi metri da te. Ed ascolti la telefonata: parla col fidanzato, è dispiaciuta, ma glielo dice senza alzare la voce. E' dispiaciuta, perchè era convinta di uscire stasera, di andare prima al cinema insieme, poi a dormire da lui. Il fidanzato invece deve giocare a calcetto. Lei però spera di vedersi dopo. Ma dopo c'è la pizza, con la squadra dell'ufficio, non si può. Quindi, gli ricorda che sono tre anni che stanno insieme ed ancora non ha le chiavi di casa sua. Se vuole può chiedere le chiavi alla madre che gli abita di fronte. Lei invece ha la netta impressione che sta antipatica a sua madre e che se la incontra di mattina la signora neanche risponde al buongiorno. E pure di prenderle dal portiere si vergona, e che non è quello il punto, ma è che stasera non si vedono! E lei non lo sapeva!
Continui la camminata e pensi alla ragazza che era uscita col cambio per domani e che invece stasera se ne tornerà a casa sua. Ma soprattutto pensi a quel bamboccione italiano. Quel cavallo brocco con la madre sul pianerottolo, magari gli fa anche le lavatrici, che stasera, invece, va a giocare a calcetto e che dopo tre anni non le ha dato ancora le chiavi.
E poi, ti viene in mente pure che Basilico è femmina. E non ti resta che sperare che, per quando sarà grande, questi maschi si saranno estinti.

martedì 21 settembre 2010

Solidarietà


Bulgari, colosso della gioielleria di lusso e non solo di quello, 360 negozi nel mondo, alberghi a Milano, Bali, Tokio e dal 1995 è quotata sulla borsa di Milano.
Per celebrare i 125 anni di attività, ha scelto proprio un bel modo. Ha aderito alla campagna ''riscriviamo il futuro'' di Save the Children, per assicurare entro il 2010 una educazione di qualità ad almeno 8 milioni di bambini che vivono nei paesi flagellati dalla guerra. Vi aderisce donando 60 euro di un anello che ne costa 290, una semplice fascetta d'argento con inciso ''all'esterno'' Bulgari e ''all'interno'' Save the Children.
Mi sto chiedendo quanto costa a Bulgari produrre una fascetta d'argento? Quanti potrebbero essere i ricavi? A giudicare da quanto costano gli occhiali, i profumi e gli orologi non immagino pochi. E poi mi sto chiedendo pure quanto costa oggi ad un'azienda in tempi di recessione farsi una o varie campagne pubblicitarie?
Ma perchè Bulgari invece di destinare il 20 per cento di un anello che ha già molto sovrastimato, non impianta nei paesi che ne hanno bisogno, direttamente le scuole? O non gli da lavoro, magari con i valori contrattuali europei?
Però se avesse fatto una di queste cose, probabilmente non avrei sentito parlare di loro.
Quindi compriamo l'anello e riscriviamo il futuro, ma di Bulgari

domenica 19 settembre 2010

Certo come sanno fare i soldi loro...


Internet, autogrill e versetti in rap, così la Bibbia entrerà in ogni casa.

La Bibbia in rap. Non tutta la Bibbia. Ma solo alcuni tra i più famosi brani dell' Antico e del Nuovo Testamento che - su iniziativa del settimanale dei Paolini, Famiglia Cristiana - si potranno sentire nelle radio e via internet in una singolarissima versione rap dal titolo Paroladidio per il lancio della Bibbia Pocket, l' edizione tascabile del Libro dei Libri, che da giovedì prossimo, al prezzo di 7,90 euro, si potrà acquistare col settimanale in edicola. Ma la mini Bibbia (570 grammi appena) si troverà anche nelle librerie (sia laiche che religiose), nei supermercati, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, negli autogrill, grazie ad una mega distribuzione che punterà a diffondere entro Natale oltre un milione di Bibbie. Una grande operazione editorial-commerciale ideata per celebrare i 50 anni di una analoga iniziativa fatta nel 1960 dal fondatore della Congregazione dei Paolini, il beato Giacomo Alberione, il quale per la prima volta promosse la diffusione del testo sacro con "La Bibbia a 1000 lire" allegata al settimanale. Dopo mezzo secolo l' operazione si ripete, spiega don Vito Fracchiolla, amministratore delegato del Gruppo editoriale San Paolo, ma con mezzi e modi assai diversi, a partire dall' uso di Internet, dagli spot radiofonici e dal "provocatorio" rap composto ed eseguito da anonimi professionisti in ossequio agli altrettanto anonimi autori delle Sacre Scritture. La Bibbia, dunque, torna a proporsi al grande pubblico ad appena 2 anni dal successo centrato dalla "Lettura della Bibbia giorno e notte", ideata dallo storico vaticanista del Tg1 Giuseppe De Carli, recentemente scomparso,e trasmessa in diretta dalla Rai con l' intervento di Benedetto XVI lettore del primo libro della Genesi. Con la Bibbia rap non si prevedono benedizioni papali, ma - assicurano in Vaticano- l' operazione viene vista con «interesse e simpatia» con la speranza che l' iniziativa, oltre a coinvolgere le famiglie italiane, serva ad avvicinare in particolare i giovani, magari tramite proprio quel pezzo rappeggiante che, a prima vista, potrebbe far storcere la bocca a tradizionalisti e benpensanti. Eppure - assicura don Fracchiolla - «tutta l' operazione è stata fatta con scrupolo e serietà col preciso scopo di contribuire a diffondere un testo tanto importante, non solo per i credenti, come è la Bibbia». Scrupolo e serietà con cui - giurano alla San Paolo - è stato fatto anche il pezzo rap che in apertura presenta il famoso incipit del Libro dell' Esodo "Io sono colui che sono/Questo è il mio nome per sempre/e questo è il mio ricordo...". Seguito da uno dei versi più poetici della Bibbia, il Salmo 64: "Hanno bocca e non parlano/hanno occhi e non vedono...". Non potevano mancare citazioni notissime e comunemente considerate in sintonia proprio con i ritmi rappeggianti come "Chi mi offende distrugge se stesso/tutti coloro che mi amano, amano la morte!" (Libro dei Proverbi), "O vanità immensa, o vanità immensa/tutto è vanità./ Una generazione va e una generazione viene....(Ecclesiaste). Per passare dal Prologo del Vangelo di Giovanni "La vita era la luce degli uomini, e le tenebre non la compresero". Testi biblici, in passato, ampiamente usati anche da grandi esponenti della musica pop come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Bono degli U2, più volte ricordati dal ministro della Cultura del Vaticano, l' arcivescovo Gianfranco Ravasi, nell' incontro di papa Ratzinger con gli artisti del 2009. -

ORAZIO LA ROCCA
La Repubblica
14, settembre, 2010

venerdì 17 settembre 2010

Che casino: Nucara docet però



Noi sud - Libertà e Autonomia, cinque parlamentari. E' un partito politico di stampo meridionalista (che io non sapevo esistesse), nato dalla scissione del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, e guidato dal sottosegretario agli Esteri Vincenzo Scotti, settantasette anni, li ha compiuti ieri, in politica da cinquantaquattro e deputato dal millenovecentosessantotto.
I cinque deputati di Noi Sud potrebbero entrare a far parte della pattuglia di ''responsabilità nazionale'', voluta ed organizzata dall'on. Francesco Nucara (partito repubblicano uno o due deputati, perchè pure là è in corso una scissione con La Malfa), necessaria a sostituire i finiani usciti dal Pdl e confluiti nei gruppi parlamentari di Futuro e Libertà per l'Italia.
In altre parole Noi Sud dovrà votare la fiducia alla Lega il 28 settembre prossimo alla camera.


mercoledì 15 settembre 2010

Caro Izet, perchè mi sei caro

E' che stanotte ti ho sognato, eravamo nella tua Sarajevo, tu eri assai dispiaciuto per come era mortificata la tua città.
Ed io che non riuscivo a dirti che sei il mio poeta preferito.

Abbracciati

Quei due abbracciati sulla riva del Reno
potevamo essere anche tu ed io.
Ma noi non passeggeremo mai più
su nessuna riva abbracciati.
Vieni, passeggiamo almeno in questa poesia.

Nessuna tu

Tante donne
e nessuna tu:
A Sarajevo
duecentomila donne
e nessuna tu.
In Europa
duecento milioni di donne
e nessuna tu
Nel mondo
due miliardi di donne
e nessuna tu.

I nostri incontri d'amore al "Leone"

Come avremmo potuto invecchiare magnificamente
tu ed io,
senza questa follia nazionalista slavomeridionale.
Ed invece
di tutta la nostra vita
sono rimasti solo
quei nostri tristi incontri al cimitero del Leone.
Voglio dirti
quando sono più felice in questa mia infelicità;
quando al cimitero mi coglie la pioggia.
Mi piace da morire inzupparmi insieme a te!

I critici di poesia

Perchè i critici di poesia
non scrivono poesia
giacché sanno tutto della poesia?
Sapessero,
forse preferirebbero scrivere poesia che di poesia.
I critici di poesia sono come i vecchi.
Anch'essi sanno tutto dell'amore.
Quello che non sanno è fare l'amore.

Izet Sarajlic

lunedì 13 settembre 2010

Il triangolo culinario


Claude Lévi Strauss (Il crudo e il cotto, 1964) osserva che le tribù più sono primitive e più non usano cucinare, quindi non hanno proprio la parola per indicare la cottura dei cibi, ma non hanno neanche la parola che indica il crudo, perchè il concetto stesso non può essere caratterizzato.
Crudo, cotto, putrido.
Il crudo è la dimensione naturale per eccellenza del cibo, il cotto ne è la trasformazione culturale e il putrido la trasformazione senza intervento dell'uomo.
La consumazione del cibo avviene con diverse modalità che possono essere più vicine o più lontane alla dimensione naturale pura e a volte a quella artificiale mediata dalla cultura.
Così l'arrosto, che è a diretto contatto col fuoco sarà più naturale del bollito, nel quale l'acqua media tra il fuoco e la materia prima. La cottura arrosto dunque rimanda ai fenomeni naturali del vivere umano, mentre il bollito è l'emblema dell'evoluzione culturale.
Poi c'è il putrido o fermentato, senza intervento alcuno, senza manipolazione dell'uomo, adatto per lunghe conservazioni.
Ma il cibo, secondo il triangolo, si può anche affumicare, pratica che si pone a metà tra la dimensione puramente naturale e quella pienamente artificiale. Infatti, nell'affumicatura la mediazione dell'aria favorisce un contatto maggiore col fuoco, ma dilata il tempo di cottura come nel bollito.
Dunque, l'affumicato ed il fermentato, sono il cibo del nomadismo, dei viaggiatori! - per necessità.
Di fatto, si può dire, che il cotto è una trasformazione culturale del crudo, così come il putrido è una sua trasformazione naturale.
Su questo triangolo primordiale si forma, dunque una duplice opposizione. Quella tra elaborato-non-elaborato, da una parte. Quella tra cultura-natura dall’altra.
In termini strutturalisti queste sono nozioni formali ed esse non ci dicono niente su una certa cucina o una certa società. Solo l’osservazione specifica può farci intendere ciò che è crudo, cotto o putrido e, naturalmente, ciò che vale per una società o una cultura non vale per l’altra. A questo proposito Lévi-Strauss nota due cose, che la cucina italiana ha un idea di crudo più ampia di quella della cucina francese e che nel 1944, al tempo della sbarco in Normandia, i soldati americani avevano un’idea di putrido decisamente diversa da quella francese, fino al punto di arrivare a distruggere delle fabbriche di formaggio normanne che ai loro nasi esalavano un odore di cadavere.
“Operando così”, scrive Lévi-Strauss, “si può sperare di scoprire, caso per caso, in che modo la cucina di una società è un linguaggio nel quale si traduce inconsciamente la sua struttura, a meno che questa stessa società non si rassegni, sempre inconsciamente, a svelare le sue contraddizioni.”
Ecco, qualche volta cade l'occhio nei carrelli della spesa al supermercato, pieni di findus, prodotti precotti e surgelati chissà dove, pomodori senza semi e pasta barilla, non riesco proprio a scoprire qual è la struttura di questa società.
E poi, io pure sono un po' primitivo, che mangio spesso pesce crudo.

sabato 11 settembre 2010

Vedete, compagni e compagne, con quella mano un po' così


La dolce utopia, e che male c'è? Però lui pensa bene e parla meglio.

giovedì 9 settembre 2010

Settembre


Ieri sera alle sette

Ieri sera Roma si è messa i Ray Ban o forse è arrossita solo per timidezza.

sabato 4 settembre 2010

Questo non si poteva non pubblicare

Dai radicali al Pdl. Dalle battaglie libertarie a quelle liberiste. Storia di un transfuga che bene incarna una figura chiave della Seconda Repubblica: il portavoce programmato per ripetere incessantemente gli slogan del Premier. Come negli spot.
di Francesco Merlo
"Lei e io siamo i soli che abbiamo fatto paura a Marco" gli ha detto Berlusconi il giorno che Daniele Capezzone gli si è offerto, introdotto e sponsorizzato da Sandro Bondi. Figura minore dell'Italia dei traditori, Capezzone è apparentemente il solo caso di tradimento per affrancamento, di tradimento come iniziazione. " 'A stronzo" gli gridava Pannella in diretta a Radio radicale. E Capezzone: "Vuoi mangiare anche me, ma io non mi faccio mangiare, io mangio". Pochi sanno che anche Sandro Bondi oggi lo liquida come "servizievole e malfido". Capezzone infatti lo ha tradito per Verdini, l'altro coordinatore di Forza Italia con il quale Bondi neppure parla più. Traditore di natura, dunque? Persino in Italia che è il paese del trasformismo non ci si vende mai per denaro: Fini, D'Alema, Prodi...e prima di loro i fascisti che diventarono comunisti sono vite che procedono a strappi. Capezzone invece è una tecnica. Ha l'ambizione di essere un mezzo, un megafono, un walkie-talkie. E dunque si offre come uno strumento, come un citofono, come un telefono. Decifra il codice, ha la violenza dell'apostolo, ma non ne ha la passione, incarna una linea, la riproduce con intelligenza e con furia ma senza fantasia. E gli italian,i che lo sentono furioso berlusconiano, anche quelli che condividono tutte le cose che dice e persino l'impeto con cui lo dice, percepiscono la sua stranezza di "servizievole e malfido" e non hanno simpatia per la fissità dello sguardo, per la sua sostanza robotica.
Nessuno più, come ai tempi radicali e come accadde pure a me, si convince che è un giovane leader, una bella speranza. Spiace dirlo, ma Capezzone è percepito come lo sgabello politico che può stare in ogni casa, arredare questa o quella camera, stare ai piedi di qualsiasi poltrona.
Eppure fu lunga e tormentata la sceneggiatura freudiana in romanesco con Pannella, il quale certificava che quel ragazzo non ce l'aveva fatta a somigliargli e proprio nel momento in cui Capezzone pensava di somigliargli di più. Di sicuro tutti tutti credettero che gli insulti solfeggiati alla radio umiliavano Pannella: "Che rivale ti tocca combattere? Che vergogna se fallisci! E che magra gloria se riesci!"
Alla fine Capezzone ottenne come buona uscita il titolo di "giuda", ricevette in dono l'elevazione a "briccone divino". E si mise a scrivere testi per Chiambretti: era il radicale senza casa, la coscienza infelice in cerca di un'uscita di sicurezza.
Dunque si capisce l'allegria disimpegnata di Berlusconi nell'incassare quello strano ragazzo che era stato marchiato a fuoco da Pannella, monumento che atterrisce e che impedisce. Ma Berlusconi non promise nulla di preciso. Temeva di non potere garantirgli la rielezione e non credeva ai suoi orecchi quando Bondi gli disse che Capezzone ambiva al posto che era stato di Elisabetta Gardini. "Davvero vuole fare il portavoce?".
Per Berlusconi era un ruolo decorativo, non sapeva che Capezzone appartiene alla specie secca, sonora, tagliente, senza difetti e senza affetti del portavoce per natura: ieri di Pannella, poi di Bondi, oggi già in viaggio da Verdini-Berlusconi a Bonaiuti-Berlusconi (portavoce del portavoce), domani chissà.
A 38 anni Capezzone vive con mamma Anna, non fuma, non beve, non gli si conoscono mogli, fidanzate e neppure amici, è un bamboccione antropologico, un Lego, figlio unico di papà commerciante sfortunato e mamma direttrice in pensione di boutiques di lusso, casa a Monteverde vecchio, scuole dai Fratelli Cristiani, università interrotta, un vero mammone che non ha nulla del radicale bohémien.
Tradisce, è vero, ma non si tradisce, e gli archivi dei giornali traboccano di frasi incoerenti: prima e dopo, contro e a favore di tutto, laico e confessionale, sul caso Englaro e in spregio alla Bonino, morte a Berlusconi e viva Berlusconi, ma il tradere, lo spostarsi, il consegnarsi a nuove fedi non c'è, e non c'è neppure l'irriverenza beffarda dell'Arlecchino servitore di due padroni, lui ne serve uno alla volta e senza alcuna libertà intellettuale. Capezzone arreda, non ha anima, è una finzione, ma "una finzione vera", come le statue al museo delle cere, "un uomo senza qualità" diremmo, se non ci fosse di mezzo Musil ad impedircelo.
E infatti a Pannella non piacque più quando capì che si azzerava, era un interruttore, un broker di propaganda.
La sua personalità consisteva nel non avere personalità. Aveva deciso di fare a tempo pieno il piazzista radicale il giorno in cui, durante una tipica, sparuta manifestazione davanti a palazzo Chigi, era sbucato fuori, largo di giacca e stretto di cravatta, con la mano tesa verso Pannella che lo prese per un funzionario di polizia e gli disse " 'A dottò, non 'ci' e non 'si' preoccupi, qui stiamo facendo soltanto la rivoluzione".
Da quel momento Capezzone non lo lasciò più. E già allora, che non era un ex, aveva la rabbia dell'ex, dello spretato, ma nessuno sapeva di quale chiesa, e non faceva simpatia perchè i radicali mordono e godono la vita e vedevano in lui il capofila dei risentiti, dei reduci senza identità anche se, con gli occhi bassi e i pugni in tasca, ogni tanto lasciava intendere di aver sofferto, di essere stato stremato dall'accidia e insidiato dallo spleen : "Quando ero molto solo, la mia unica compagnia era la Radio radicale".
Ascoltando la radio aveva immagazzinato tutto di Pannella e del suo mondo di matti. E appena arrivato disse d'essere "responsabile dell'informazione", un incarico che nessuno gli aveva dato e che , ovviamente, nessuno gli tolse.
Geniale pataccaro di se stesso divenne una Pannella più Pannella di Pannella. Ma la troppa fedeltà è sempre tradimento. Pannella, che è passione, gli insufflava l'anima ma non otteneva vita e, perciò, cominciò a sfidarlo, a chiedergli di staccarsi dalla voce che lo sostanziava, a perdere la voce e dunque a perdersi come portavoce. Alla fine Pannella capì che , come lo spaventapasseri porta gli abiti d'uomo per far credere ai passeri di essere un uomo, così Capezzone portava la voce dei radicali per far credere di essere radicale. E dunque si capisce perchè Pannella, che lo aveva fatto eleggere deputato, presidente di commissione e segretario radicale, perse la testa. E Capezzone perse il posto.
Oggi Capezzone è, per conto di Verdini, il ghost-writer della riservata informativa sul Palazzo che ogni settimana arriva sul tavolo di Berlusconi. E' il più feroce avversario di Fini. E' ospite di tutti i programmi minori della radio e della televisione. Ma a differenza del Traditore, nobile categoria radicale (come spiega, tra gli altri, bene e doviziosamente Antonio Di Grado nel suo Giuda, l'oscuro, 2007) non può cantare con Pannella e Guccini: "Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso e io uguale, negro, ebreo, comunista".
Capezzone non ha il suo io, è porta-voce, porta-pensiero, porta-io. Di un altro. E' la sua natura: come don Abbondio che non aveva coraggio, Capezzone non ha un io. "Io è un altro" direbbe Bondi che sa di poesia. Capezzone è il fratello maschio di Echo, la ninfa condannata a ripetere le parole di altri perchè le sue erano state di delazione.
da Il Venerdì di Repubblica del 27 agosto 2010