mercoledì 3 agosto 2011

Camila Vallejo (una leader non per caso)

"Negli anni del regime militare (1973-1988) Pinochet riformò in chiave classica tutto il sistema scolastico cileno. Cioè, collegi e università solo per i ricchi." 
 Dalla fine di Pinochet sono passati più di vent'anni e ancora si continua a investire pochissimo nella scuola, solo lo 0,84% del PIL, se ne sono guardati bene anche governi socialisti (da Lagos a Bachelet) a fare riforme. Le università sono tra le più care del mondo e le meno organizzate. Ma è "l'istruzione" a essere un disastro, che ripropone fin dalla più tenera età una rigidissima differenza di classe. Alle richieste di "riformare il sistema universitario" degli studenti, il governo ha risposto con il progetto di un notevole finanziamento, gli studenti lo hanno rifiutato perché non vogliono soldi ma una "riforma strutturale".
A novembre scorso è stata eletta presidente della Federazione degli Studenti Universitari del Cile, Camila Vallejo Dowling. La seconda donna presidente in 106 anni. E da marzo che stanno divertentemente manifestando. Sono loro i 1800 ragazzi che hanno inscenato Thriller d'avanti al palazzo del governo che ha fatto il pieno di visualizzazioni sul web. E da marzo ad oggi per tre volte ha portato in piazza seicentomila persone e non solo studenti, ma anche famiglie e docenti. Nelle strade sfilano veri e propri carri allegorici (e che te ne fai dei gay pride spagnoli) e negli atenei si organizzano maratone teatrali.
Camila Vallejo 23 anni, un piercing al naso, il volto curioso e attento, ci sta mettendo la faccia nella protesta, e che faccia: due occhi azzurro-verde da far abbassare lo sguardo a quelli di Spencer Tracy e Paul Newman. 
 Giovane, bella, dotata di carisma politico come pochi, sta scalando le classifiche di popolarità in Cile e in tutto il Sud America, tanto da far paura al Presidente Sebastian Pinera che è andato giù di brutto nei sondaggi. S'era appena rialzato con il salvataggio dei minatori (mi sembra in ottobre), che è ricrollato giù di nuovo in pochi mesi. Pinera è un po' il Berlusconi della zona del Cile, ha vinto le elezioni tenendo compatta una larga coalizione di centro destra ed è proprietario di un importante canale televisivo, Chilevisiòn, creativo il nome...





A sentire gli esperti, è nata per essere leader. 
I politologi ne lodano l'intelligenza, l'intuito politico, ma anche il carisma.
 Fino a novembre dell'anno scorso era solo una studentessa di Geografia in uno degli istituti più prestigiosi e combattivi di Santiago del Cile. Poi è diventata il capo della rivolta, così che da cinque mesi guida settecento istituti occupati. 
Invitata ad un programma televisivo della emittente Chilevisiòn, l'hanno incalzata tre vecchie volpi delle politica e della stampa, si è difesa con freddezza e vigore. Ha spigato con pacatezza ma con grinta (esattamente come si fa a Ballarò) le ragioni della protesta ed ha esposto le richieste degli studenti: scuola gratuita e di qualità, al posto di quella classista e dispendiosissima.
 Ha ventimila amici su Facebook, che la sostengono in tutti i modi. 
 Alle domande se è fidanzata e quando prepara la tesi?
 Ha risposto: ora non ho tempo per fidanzarmi e preparerò la tesi solo dopo le riforme.
 Figlia di comunisti, vive con i genitori in un quartiere modesto della capitale, si dice comunista anche lei. E' diventata il nuovo riferimento per la gioventù cilena.
 Qualche giorno fa il Presidente l'ha invitata ad un incontro.
 Lei ha risposto dal suo blog: "non siamo disposti ad abbassare le braccia e continueremo la nostra lotta fino a quando non riceveremo garanzia di impegni concreti, non inviti a dialoghi tra sordi".
 Viva Camila, viva le donne, viva i sognatori comunisti.


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