giovedì 13 gennaio 2011

"La Famiglia"



 Il fatturato della FIAT si sviluppa al settanta per cento in Italia e al trenta per cento nel resto del mondo. Conta 123.000 dipendenti più l'indotto nel nostro Paese.
 Non esiste famiglia di imprenditori in Italia o in Europa che ha ricevuto aiuti, come li ha ricevuti "la Famiglia" Agnelli.
 Per quasi un secolo l'Italia (Stato e abitanti) ha aiutato fin che ha potuto la FIAT, con la scusa che era l'unica industria italiana.
 Dagli anni 50 fino ad oggi la FIAT ha goduto: di leggi ad hoc, incentivi sulla rottamazione, sgravi fiscali, ha acquistato a un prezzo ridicolo tutte le altre aziende automobilistiche italiane, Alfa Romeo, Autobianchi, Ferrari, Innocenzi, Lancia, Maserati (col pretesto che non dovevano andare in mano ai giapponesi), diventando così non più FIAT ma, Gruppo Fiat; non appena ne ha avuto bisogno i governi l' hanno soccorsa con la Cassa Integrazione e molto altro ancora.
 Per quasi un secolo in Italia non hanno funzionato affatto i trasporti pubblici e continuano a non funzionare, semplicemente perché un'azienda doveva renderci dipendenti delle automobili. Allo stesso modo fanno le organizzazioni criminali con la complicità della politica, prima degradano le città e le persone, poi ti vendono la felicità sotto forma di stupefacenti. 
 A dire il vero oggi ci sono treni che funzionano abbastanza bene, l'Alta Velocità ad esempio, ma semplicemente perché ''La Famiglia'' lì ci ha investito.  
Alla favoletta che a Roma la metropolitana non esiste a causa delle rovine nel sottosuolo, non ci crede neanche un bambino. Anche lui sa che la Roma Imperiale si trova tra i nove e gli undici metri e che in media le metropolitane sono scavate a 30/35 metri. Ed anche a un bambino piacerebbe ammirare un mosaico o un  decoro Imperiale sotto vetro, intanto che è in attesa che arrivi il treno.  
Dagli anni sessanta agli anni novanta la FIAT è stata guidata da Gianni Agnelli anche detto "l'avvocato", dal 1991 senatore a vita, nominato dall'allora Presidente Francesco Kossiga. E' stato l'imprenditore italiano più famoso nel mondo. Ha raccontato lui stesso, che ha iniziato a lavorare a quarant'anni e che ha frequentato le persone più influenti d'Europa. Amante dell'arte, della bella vita e delle belle donne. Senza ombra di dubbio il suo stile è stato quello più imitato (la cravatta corta, l'orologio sul polsino e l'abbronzatura tutto l'anno) da molta gente senza personalità.
 Nipote di un altro Giovanni Agnelli anch'egli senatore, del partito che governò durante il ventennio, ma questo non importa. Importa però, che all'epoca la FIAT produceva veicoli bellici.
 Oggi la FIAT è guidata da John Elkann (detto Yaki) nipote dell'avvocato, con gli stessi vizi del nonno e del trisauro. Sposato con una nobildonna come i suoi predecessori ed ha la stessa loro arroganza. 
 E' chiaro a tutti che John non ci mette la faccia, usa quella di un Amministratore Delegato italo canadese che porta cachemire a collo alto e la sera mangia in pizzeria, pare sia tra i manager più pagati al mondo, esattamente come fece suo nonno con Cesare Romiti, che per "La Famiglia" si fece anche il carcere ad inizio anni novanta.
Sono pochi anni che la FIAT non può più usufruire degli aiuti di cui ha sempre goduto. Perchè esiste una legge europea che lo vieta. Non lo fa la Merkel con la Wolkswagen e non lo fa il Governo Francese con la Citroen e la Renault.
 Allora come tutte le mafie che si rispettano non fa altro che dettare leggi, ispirandosi ai criteri dell'arroganza e del ricatto!
 Due anni fa la FIAT ha comprato la Chrysler.
 Adesso è ora di riempire le strade italiane di SUV, non bastano ancora quelli che già ci sono.
 Quindi per non chiudere lo stabilimento Mirafiori, la Fiat chiede di produrre Chrysler.
 Pretende che 5430 operai lavorino ore in più, non quelle previste dal contratto e che non saranno utilizzate sul calcolo Tfr. Di ridurre di dieci minuti la pausa pranzo. Non ho ben capito in che modo, ma intende inoltre non pagare il primo giorno di malattia. Dice ai sindacati: fate un referendum interno, se vince il no, io chiudo lo stabilimento e vado all'estero. Se vince il sì, si lavora come di dico io! Detta legge, non discute.
 Trovo che questa sia un'altra similitudine che ''La Famiglia'' ha con le mafie: i tuoi diritti te li gestisco io... Esattamente come i Corleonesi in Sicilia 50 anni fa con l'acqua e i Casalesi oggi con la spazzatura.
 Vabbè, si è capito che è una dinastia che non amo e sono anche pieno di pregiudizi nei loro confronti. Sarò anche pieno di pregiudizi, ma il loro il loro partner più consistente è il colonnello Gheddafi
 Sono figlio di quello che Pasolini definiva "sottoproletariato", mio padre nella sua vita ha avuto quattro piccole utilitarie e tutte FIAT. Gli avevano fatto credere che comprare auto italiane era la scelta più sana e patriottica. 
 Dalla morte di Gianni Agnelli, gli eredi non hanno fatto altro che litigare, per i fondi neri che l'avvocato stesso aveva nascosto in  Svizzera. Intanto però che nascondeva i fondi, usufruiva di una serie di benefici dallo Stato.
 L'avvocato ha dichiarato spesso che il lunedì dopo la consueta sciata si recava a Roma, cenava con amici e a letto presto. Il martedì un passaggio al Senato, poi pranzo al Quirinale e poi di nuovo verso Torino. Che ci andava a fare al Quirinale? A suggerire l'Italia che avrebbe desiderato?
 Poi la cosa che non comprendo è: perché ''la Famiglia'' in Italia sia così amata? in molti hanno il sogno di cenare con loro, o frequentare i loro stessi luoghi.
 Ai funerali dell'avvocato c'erano tante persone commosse, tanti erano diventati sordi proprio nelle sue fabbriche e l'aria che stavano respirando era inquinata grazie a lui.
Non mi sembrano poi imprenditori così illuminati, sembrano semplicemente commercianti, con tutto il rispetto per la categoria.
 Non assomigliano neanche un po' a Larry Page e Sergey Brin (creatori di Google), Steve Jobs (Apple), Bill Gates (Microsoft), questi uomini hanno cambiato l'economia globale e la visione che si ha di essa, non assomigliano neanche al sig. Leonardo Del Vecchio di Luxottica, cresciuto in orfanotrofio, e nel 2006 è stato il primo contribuente italiano e non lo conosce nessuno.
 Di tutto il jet set che l'avvocato diceva di aver frequentato, non v'è traccia nelle biografie degli altri, in altri termini non è mai citato nei libri che parlano dei Ford o dei Kennedy o di Picasso.
 La speranza che ho: é che tra stasera e domani i 5430 dipendenti della Stabilimento Mirafiori facciano vincere il no! e che dopo, almeno per una volta lo Stato aiuti i lavoratori e non "La Famiglia", solo per una volta.
 E che loro emigrino, così per una volta non dovrò essere triste nel vedere gente partire alla ricerca di un mondo migliore.
 Ma che emigrino con tutta la loro razza, tutta la discendenza. Sperando che non dimentichino qui Lapo con i doppiopetto a quadri inglesi, le fidanzate, i festini e la sua azienda Italia Independent, che produce occhiali da mille euro.


basilicoviola; ce l'avevo sullo stomaco da vent'anni










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