giovedì 24 giugno 2010

Volo AZ 3695

ventiquattrogiugnoduemiladieciorediciotto

venerdì 18 giugno 2010

Caro José



''L’uomo più saggio che io abbia conosciuto non sapeva né leggere né scrivere. Alle quattro di mattina, quando la promessa di un nuovo giorno stava ancora in terra di Francia, si alzava dal pagliericcio e usciva nei campi, portando al pascolo la mezza dozzina di scrofe della cui fertilità si nutrivano lui e sua moglie, i miei nonni materni''....
ed anche questa: ''per quel che mi riguarda, la bontà, la virtù più disprezzata, viene addirittura prima dell’intelligenza, o meglio è la forma più alta dell’intelligenza''.

martedì 15 giugno 2010

Le lingue degli altri


Scrive Tahar Ben Jelloun: ''il termine arabo per definire la corruzione è rachoua, pietra porosa o tronco marcio e per estensione persona inaffidabile''. Mai una definizione mi è sembrata più esplicita, comprensibile ed appropriata.

lunedì 14 giugno 2010

Lettera a Deborah e Maria


Sono quindici anni che il sabato mattina faccio la spesa di frutta e verdura al banco di Maria a piazza Campo de' Fiori. In verità sono sei mesi che non riesco a essere poi così puntuale.
Maria è una bella matrona romana, esattamente come quelle di una volta, una donna importante, intelligente, non parla mai a sproposito. Con poche parole gestisce un banco dove c'è parecchio da fare, in un modo impeccabile. Sta seduta sempre nello stesso posto da una decina d'anni, da quando, come dice lei, ha avuto problemi di cuore, è raro che la si veda impiedi. Siede su una poltrona di pelle nera che le regalò il direttore del banco di Sardegna di Fontana di Trevi. D'inverno si accende la stufetta, d'estate ci mette su un asciugamano per stare più fresca. Porta spesso la testa bassa sui conti, sugli ordini che gli fanno i ristoranti, o a capare le verdure. Senza guardare la piazza riconosce i clienti dal passo, dall'ora in cui arrivano, dal rumore di un motorino e saluta sorridendo. Controlla il banco e non le sfugge niente, ha una decina di dipendenti e sa sempre esattamente quello che stanno facendo. E' l'unica del banco che ricorda di ogni singolo ortaggio il prezzo. Col tempo le sono diventato simpatico, lo so, me ne accorgo, perchè mi dice spesso ''aoh, ma te sei proprio un rompicoglioni''. Comunque, è grazie a lei, se conosco e se amo la stagionalità delle verdure.
Capita pure che mi regala un broccolo o un radicchio antico, coltivato da contadini di Monterotondo o di Priverno e mi fa: tie' pijete sta busta, che si nun li regalo a te, a chi li devo da regalà'.
Propone parecchia verdura che sta fuori dal mercato globale, che viene da orti vicino a Roma. Spesso la globalizzazione è fessa, si perde qualcosa per strada, funziona su un sistema tecnico, matematico, globale, appunto. Dove non arriva con il suo sistema di penetrazione non può farci niente, se ne sta a casa sua. Poi i contadini, quelli veri, sono duri di testa. E così, il mercato, per fortuna, è ancora pieno di prodotti sinceri, come quelli di una volta.
Sabato scorso una bella signora con l'accento francese ha chiesto a Jamal dei pomodori, e gli fa: ''mi raccomando mi dia quelli piccoli, lucidi e soprattutto senza semi''. Maria mi ha guardato facendo un movimento con le spalle. Poi, quando la bella signora è andata via mi ha fatto: ''i vonno così, che ce devo fa', c'ha pure i capelli bianchi, mica è fatta na ragazzina''.
Tempo fa, il mio amico Ciro, mi diceva a proposito delle verdure mangiate nelle proprie stagioni:
''se mangio le zucchine o i fagiolini d'inverno, me vene o' friddo n'guollo'' e ha ragione.
Però io mi pongo un'altra questione: ''il senza semi''. Il senza semi è una crudeltà che facciamo a noi stessi e alla terra.
Avevo compiuto da poco dieci anni, quando in V elementare, la signorina Boccia, la nostra maestra, ci spiegò il regno vegetale e la sua vita. E' fatto così: seme, pianta, fiore, frutto, seme...
Il pomodoro lucidato e senza semi, cara signora bella, da dove cazzo e venuto fuori? Come se io adesso fossi venuto al mondo direttamente quarantenne, senza aver avuto bisogno dello sperma di mio padre e senza aver trascorso l'infanzia.
Perciò, cara Deborah, amica mia, sei e resterai l'assistente che tutti i grandi chef si sognano, compreso Ferran Adria, sappi che non sei sostituibile, sei generosa, e la tua generosità ti regala una bella virtù che tu ci doni, l'umiltà. La tua dolce meraviglia ed i tuoi complimenti di ieri su ciò che avevo preparato mi lusingano, ma soprattutto lusingano la natura stessa!
Era una bella giornata calda di giugno ed abbiamo mangiato pomodori con basilico e peperoncini verdi, un po' di vino bianco e parecchia acqua ghiacciata con limone e menta.
I pomodori, non erano poi così lucidi ed avevano i semi.
Vostro basilicoviola
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domenica 6 giugno 2010

ventiduedicembreduemilanove


ph: del mio amico marco mona

ed anche quelli che non parcheggiano in seconda fila o che si crescono una piantina o un ortaggio sul balcone di casa


I giusti
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

da ''pianoterra''


Lavoravo a Milano in un cantiere edile e avevo la rara fortuna di abitare nei paraggi. A mezzogiorno andavo a piedi a casa a mangiare per poi tornare entro un'ora. Lungo la strada incontravo un mendicante, un uomo con i capelli bianchi anziano ma non vecchio. La primavolta avevo in tasca mille lire, gli detti quelle. mi precedevano di pochi passi dei ragazzi che al suo gesto di chiedere avevano risposto con un a presa in giro. Gli vidi in faccia uno scatto muscolare di una pena, il rinculo di un colpo subito, per quello tirai fuori le mille lire. Passando di lì ogni giorno gli lasciavo le mille lire. Poi non lo vidi più, finché mi accorsi che si nascodeva al mio passaggio per non togliermi quei soldi. Fu così lui a farmi la carità più profonda di lasciarmi con mille lire in più, a fare un gesto segreto per l'operaio sgualcito di mezzogiorno. E questo non vuole dimostrare niente, solo dire che tra due esseri umani è infinito il grado di premure che possono offrirsi incontrandosi al pianoterra di un marciapiede.

Vasenicola

C'era una volta una bellissima ragazza che viveva con tre fratelli arricchitisi dopo la morte del padre. La giovane si innamorò di un ragazzo con dei bei riccioli neri lunghi sulle spalle, la pelle scura e sempre sorridente, si chiamava Nicola, che lavorava per i fratelli.
I tre, venuti a sapere dell'amore di lei nei confronti di Nicola, non erano assolutamente d'accordo, per la differenza di classe sociale, Nicola aveva origini troppo povere (esattamente come loro erano nati).
Così un giorno decisero di portarlo fuori città, dicendo a lui che era per lavoro e dovevano concludere un affare...
Fu così che lo uccisero e nascosero il corpo sotto terra.
Al ritorno Nicola non era più con loro e questi misero in giro la voce di averlo mandato in qualche luogo per rendere loro un servizio, tutto venne creduto, in quanto non era la prima volta che veniva mandato lontano per lavoro.
Però si trascorsero troppi giorni... e Nicola non tornava, la ragazza cominciò a insospettirsi prima fino a disperarsi poi; così in sogno, una notte, le apparve Nicola che le rivelò di essere stato ucciso dai suoi stessi fratelli e le indicò il luogo in cui era stato sepolto.
 La ragazza si recò con la serva nel luogo indicatole e giuntavi, scavò e trovò il corpo dell'amato, con i riccioli scomposti sì, ma ancora sorridente. Sapendo di non potergli dare una degna sepoltura prese un coltello, gli tagliò la testa e se la portò a casa, affinché avesse qualcosa che le ricordasse il giovane e il loro breve amore.
 Una volta arrivata, mise la testa del ragazzo in un vaso.
 Ogni giorno la giovane pianse sul vaso, annaffiandola delle sue lacrime e disperandosi.
 Così in primavera, lentamente, la terra in superfice cominciò a muoversi, fino a vedersi le prime foglioline ed in estate diventò una piantina alta e robusta, di un profumo che ancora ci inebria in ricordo di Nicola e del loro sacro amore.
 La ragazza chiamò la piantina: ''vasenicola'' vaso di Nicola. Esattamente la traduzione in napoletano di Basilico.
Ecco questo, il profumo del basilico è esattamente il profumo dell'amore di gioventù.

eughenes

Ai naviganti fuori di ogni porto
da sempre in alto mare
sempre in ascolto
di un sogno di un segnale
di un suono un pò speciale
che arriva fin laggiù
E la poesia sospesa tra le onde
che timida si affaccia
e si diffonde
aprendo la sua scia
come una melodia
di musica del sud
Naviganti, contro tutte le correnti
negli oceani trasparenti
verso nuovi mondi
E con le stelle sfidare gli orizzonti
attraversare i venti ed inseguirli
così senza sapere fantastiche sirene
di musica del sud
Naviganti, contro tutte le correnti
negli oceani trasparenti
verso nuovi mondi
Naviganti, un po' eroi un pò perdenti
europei e un po' emigranti
un po' come noi
Navigati, contro tutte le correnti
negli oceani trasparenti
verso nuovi mondi
Naviganti, un po' eroi un po' perdenti
europei e un po' emigranti
un po' come noi
Ai naviganti fuori di ogni porto
da sempre in alto mare
sempre in ascolto
di un sogno un sentimento
come in un ballo lento di musica del sud
Naviganti, contro tutte le correnti
negli oceani trasparenti
verso nuovi mondi
Naviganti, un po' eroi un pò perdenti
europei e un po' emigranti
un po' come noi
Naviganti, contro tutte le correnti
negli oceani trasparenti
verso nuovi mondi
Ai naviganti fuori di ogni porto
da sempre in alto mare
sempre in ascolto di un sogno un sentimento
come in un ballo lento di musica del sud

venerdì 4 giugno 2010

che bella canzone


sembra scritta stamattina, invece è di trentatrè anni fà.

giovedì 3 giugno 2010

keith jarrett & charlie haden. jasmine


In queste sere qua, quando arrivo a casa stanco di fatica, me ne sto per qualche quarto d'ora sul terrazzo con una birra tra le mani, così, in attesa che il sole cali dietro via nazionale. basilico e la mia ex fidanzata mi fanno una bella compagnia. metto nello strereo questi due che suonano e mi sembra che stiano suonando soltanto per me. grazie maurizio, così semplicemente.