lunedì 2 agosto 2010

Piccole storie di un ventennio


Chi era Kiki de Montparnasse? Una donna che poteva diventare una prostituta da pochi franchi a notte, riuscì invece ad imprimere ad un'epoca un connotato di vitalità, di spensierata allegria, di impudicizia spinta fino alle più sbalorditiva sfacciataggine.
Il suo diario inizia così: ''Sono nata il 2 ottobre 1901 in Borgogna ... Eravamo sei piccoli figli dell'amore: i nostri signori padri avevano dimenticato di riconoscerci''.
La sua vita è costellata da aneddoti, ce ne sono due che riguardano la sua vocazione esibizionistica, ma ne descrivono bene anvche il temperamento.
Quando Montparnasse diventò un quartiere di moda, cominciò anche l'affollamento di curiosi e turisti, e chiunque poteva distinguere un abitué da un visitatore occasionale. Poteva accadere allora che Kiki avvistata una famigliola molto per bene, molto borghese e domandasse: ''posso fare qualcosa per questi bravi signori?'' E, girandosi di schiena, di colpo sollevasse la gonna scoprendo il suo bellissimo posteriore.
In un'occasione quest'esibizione si colorò diversamente. Un giorno arriva alla ''Rotonde'' una giovane donna in lacrime: Kiki viene a sapere che le è appena morto un figlio e non ha nemmeno i soldi per pagare il funerale. Come niente fosse, entra nel vicino ristorante e comincia il giro dei clienti: davanti a ogni tavolo solleva la gonna, fa vedere la gattina e chiede due o tre franchi per lo spettacolo. Quando torna al caffè ha un cappello pieno di denaro che rovescia sul banco: ''Qui ce n'è per pagare il funerale'' dice ''e anche per comprarti un vestito''.
Kiki sarà poi immortalata da Kisling, Soutine, Foujita, Modigliani, Calder, Utrillo e Léger. Ma oltre a essere la musa e il fulcro di quella mitica epoca, Kiki è soprattutto una delle prime donne emancipate del secolo. E oltre che per la sua bellezza e la sua indipendenza sessuale e sentimentale, si impone soprattutto per la libertà del suo pensiero e la schiettezza delle sue parole.
Musa ispiratice di Man Ray, che nel suo libro ''Self-portait'', ne ricorda così il primo incontro:
''lei cominciò a spogliarsi mentre io restavo seduto sul bordo del letto con la macchina fotografica davanti. Quando uscì da dietro lo schermo, le feci segno di avvicinarsi e di sedermi accanto. La cinsi con un braccio, lei fece lo stesso con me; le nostre labbra si incontrarono e ci lasciammo cadere. Quel pomeriggio non facemmo nemmeno uno scatto''.
E dire che Kiki, nel suo diario, aveva parlato di lui in questi termini: ''Ho cosciuto un americano che scatta delle foto niente male. Sono diventata la sua modella. Ha un accento che mi diverte e l'aria di una persona misteriosa. Mi dice sempre: ''Kiki non guardarmi così. Voi mi turbi.

Tratto da ''I segreti di Parigi'' di Corrado Augias.



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