mercoledì 14 luglio 2010

Il duomo e noi


Oggi sono andato a pranzo con il mio amico Jacob dalla sora Franca, è così che chiamo il ristorante giapponese di via dei Serpenti. E' stato un bel pranzo, pieno di chiacchiere e di affetti, era tanto che non ci vedavamo, lui vive a Tel Aviv. Tra le tante cose che son capitate tra i nostri pensieri e le nostre parole, ci è capitata anche un po' di banalissima scontentezza, su come sta la terra, inquinamento atmosferico, acque, montagne, falde, aria ecc. Non ci sentivamo garantiti da come uomini illustri e di potere stanno affrontando le cose, cioè il problema. Allora Jacob ad un certo punto mi fa: ''sai, la questione è che oggi per inziare a risolvere il problema dell'ambiente ed a vedere i primi risultati ci vorrebbero trent'anni, nessuno dei potenti della terra è disposto a iniziare, sa perfettamente che fra trent'anni non sarà più lì''.
Dopo un po' ci siamo salutati ed io sono tornato al lavoro con una Roma intorno calda e desertica. Però non ho potuto non pensare a Gian Galeazzo Visconti che ad un certo punto disse: ''voglio fare un duomo per Milano. L'architetto gli rispose: ''guardi signore sarà pronto tra 300 anni''. E lui firmò. Quando morì c'era solo una guglia. Quanta ambizione e quanta eternità in Gian Galeazzo.

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