giovedì 15 luglio 2010

Flaviii e Martiii

Domenica scorsa sono stato ad ascoltare di nascosto due giovani ragazze, mie vicine d'ombrellone, su una delle tante spiagge dalle parti di Capalbio. Parlavano delle cose di cui parlano i giovani, università, Londra, viaggi, aperitivi, Saviano, Ammaniti, cinema ecc.
La cosa che mi incurisiva però ed anche mi faceva un po' sorridere, era come troncavano le parole ed allungavano l'ultima vocale, in una frase ad esempio: Federico diventava Fedeee, Mattia Mattiii. Oppure ci vediamo a campooo per un apeee, ci vediamo a Campo de' Fiori e ci prendiamo un aperitivo. Un po' piu pigro, ponte Milvio, era solo ponteee. Il bello però è arrivato mentre trattavano con Mustafa, un ragazzo senegalese che tentava di vendergli delle collane: dai Mustiii facciamo tre collane per dieci euro.
Poi mi son ricordato di quel poeta profetico, morto più di trent'anni fa all'idroscalo di Ostia, diceva che l'Italia stava perdendo sia i suoi dialetti, sia la lingua classica, che l'unica lingua in cui si riconosceva era quella del linguaggio delle trasmissioni televisive più popolari.
E non c'era ancora la De Filippi.

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