mercoledì 4 maggio 2011

Quella fine estate di dieci anni fa

Saliva le scale leggendo il giornale, aveva appena alzato gli occhi dal New York Daily News per aprire la porta, neanche varcato la soglia del suo ufficio, che era già schizzato via e stava filando tutto incazzato al City Hall Park. Solo l'idea che un'altro, dopo 48 anni, sedesse in quella poltrona del dipartimento di Brooklyn (il comando centrale) gli faceva venire la pelle d'oca. Si era messo in macchina e pure di corsa per andare a cantargliene di santa ragione. 
 Il sindaco se l'era visto entrare di forza sbattendosi la porta dietro, con il capo ufficio stampa che inutilmente cercava di fermarlo.
 Glielo aveva detto in faccia tutto quello che pensava, nel senso che glielo aveva urlato con il suo accento mezzo wop. Giuliani ad un certo punto si era così  spaventato che aveva chiamato la sicurezza, ma non c'era stato modo di farlo calmare. Gli aveva lanciato sulla scrivania tutti e quattro gli avvisi ricevuti in otto mesi completamente ignorati. Però quando quella mattina era andato in ufficio ed aveva trovato il nuovo comandante... questo proprio non lo poteva sopportare. 
 Gli stava urlando, che non esisteva nessuno che conoscesse a occhi chiusi dove erano posizionati tutti gli idranti e tutti gli estintori di New York. Dopo 48 anni non poteva andarsene in pensione.
 Anthony Zirilli, di sangue per metà italiano e metà irlandese, non aveva nessuna intenzione di lasciare il servizio.
 D'altra parte un omaccione grande e grosso come lui che cosa avrebbe fatto dopo. La voce la teneva grossa di suo, poi se ci aggiungiamo le 40 Lucki Strike senza filtro che si fumava ogni giorno. 
 Da due anni era entrato in servizio anche Antonino, suo nipote, il primo genito di di sua figlia. 
 Non riusciva proprio a immaginare la propria vita senza quell'ufficio al Metro Tech Center di Brooklyn.
 Non poteva  sopportare neanche per un secondo il pensiero dei lunedì mattina senza le discussioni infinite e le litigate sugli Yanki e i Mets. 
 Il sindaco aveva tentato in tutti i modi di farlo riflettere. Gli aveva spiegato che aveva ottenuto, per merito, già cinque anni di proroga, ma ormai aveva 72 anni e 48 di servizio. Avrebbe potuto ottenere forse, un incarico onorario in un'altro ufficio.
 Gli aveva risposto che con quel tipo di lavoro ci si puliva il culo, che non era l'uomo adatto ad andare in giro ai funerali dei pompieri, in alta uniforme con la giacca decorata di medaglie.
 Giuliani non aveva molto potere in merito, da lì a due mesi avrebbe finito il mandato. 
 Alla fine era uscito dall'ufficio del sindaco senza salutare e guardarsi indietro convinto che sarebbe andato a lavorare. 
 Giuliani gli aveva mandato appresso quel nano dell'addetto ai rapporti coi sindacati per farlo ragionare. Infatti dopo un quarto d'ora stavano ancora discutendo sulle scale fuori al palazzo, quando sentirono le urla e videro con le mani in faccia le due vecchie signorine allo sportello informazioni del municipio. Così Anthony ebbe la prontezza di guardare nella direzione in cui guardavano loro, la tv, quella posta sopra la finestra che dà sul parco dove sono piantati tigli. 
 Solo allora capì che un aereo era entrato in una delle torri.
 Fu a questo punto che si mise a correre, fermò una macchina in strada, con la divisa e l'autorità che teneva se lo poteva  pure permettere. Non poté arrivare fino alle al Ground Zero, dovette farsi ancora un mezzo miglio a piedi, fino a che non vide i primi mezzi dei pompieri.
 Arrivò sotto le torri affannato, intanto era entrato anche l'altro aereo nella torre nord.
 Radunò una manciata di uomini, strappò dalle mani di un pompiere una radio trasmittente, prese il comando ed entrarono nella torre sud. Scese dopo un quarto d'ora con un uomo di mezza età sulle spalle, che soffriva d'asma e con un femore rotto, che scaraventò su una barella dietro un ambulanza.
 Radunò altri pompieri e gli ordinò di salire per la torre nord.
 Il comandante dei vigili del fuoco di New York, senza riprender fiato si riavviò di nuovo per la torre sud.
 Erano le 9.50.

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