lunedì 30 maggio 2011
sabato 28 maggio 2011
venerdì 27 maggio 2011
Via dei Fori Imperiali
giovedì 26 maggio 2011
usain bolt
martedì 24 maggio 2011
la vigilia
Le vigilie mi sono sempre piaciute. C'è quell'attesa del giorno che sta per arrivare che è una meraviglia, perché lo sai già che arriverà, ma ancora non si vede niente.
Un po' come certi corteggiamenti insomma.
domenica 22 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
a primavera
mercoledì 18 maggio 2011
Roberto Lassini
martedì 17 maggio 2011
saluti
Che la Madonna ti accompagni.
Se ci si da del voi come accade spesso o se si parte in più persone, si dice "c'a Maronna v'accumpagna".
Sono vecchie abitudini di cultura pagana, lì dove non basta "in bocca al lupo, quando arrivi chiama, va' piano, sii prudente".
Ti mandano appresso una sola divinità, una divinità di primo grado, la madre di Gesù che pensa a tutto lei. Ti protegge se c'è bisogno e ti porta saggezza. Come esattamente si faceva nella cultura pagana, in quella greca.
Ulisse nel suo viaggio, sapeva di avere gli Dei dalla sua parte.
O forse non è vero, è solo una mia impressione.
i fratelli Setaro
I tre fratelli Setaro che lavorano nell'azienda di famiglia sono ormai alla terza generazione, hanno grande dedizione al lavoro , una bella passione e se non stanno storti o troppo indaffarati sono pure simpatici.
Mi racconta Vincenzo, il più grande dei fratelli, che la pasta è prodotta con il sessanta per cento di grano italiano e il quaranta tra canadese e australiano, perché una parte dell'impasto deve essere composta da grano fresco. Il mulino che lo fa apposta per loro sta in Puglia.
Le trafile in bronzo hanno cento anni, col tempo sono state aggiornate le macchine ma le trafile sono sempre le stesse, per questo la loro pasta al tatto è ruvida che ricorda certe pietre di mare.
Il massimo della produzione non va oltre i venticinque quintali giornalieri.
Lavorano tutti in catena di montaggio, con gli stessi orari di lavoro, sempre insieme tutti i fratelli e vanno anche in ferie nello stesso tempo, quindici giorni all'anno e basta.
Ieri a mezzogiorno.
sabato 14 maggio 2011
venerdì 13 maggio 2011
una minestra a mm
Questa ricetta in casa nostra si chiama "la minestra di Gennarino", in onore di uno chef dove la mangiammo per la prima volta tre anni fa, durante un corteggiamento stile anni 70, ma Gennarino la fa assai meglio.
Per prima cosa cercate di fare una buona spesa, la cucina inizia sempre da una spesa attenta.
Poi tornati a casa, poggiate in un piatto ciò che avete comprato metteteci un pizzico di sale, copritelo, subito in frigorifero e dopo ve ne andate a lavorare. La sera al ritorno vi appariranno come nella foto, sembra che un'ora prima stavano in acqua.
D'abitudine i pesci adatti a questa ricetta sono: gallinella, calamari o totani, scorfani, triglie, gamberi, poche vongole a testa.
A casa, io spesso trovo Debora, la migliore assistente dell'umanità che mi da una mano, è un gioco nostro che facciamo da tanti anni e questa pasta l'abbiamo preparata insieme ieri sera.
Squamate, eviscerate e sfilettate i pesci, se non vi va o non lo sapete fare, fatevelo fare già in pescheria, Debora ieri sera mi ha detto: "è inutile che ti impegni ad insegnarmi, tanto io non lo farò mai, mi fa schifo".
Con quello che normalmente avreste buttato ci fate un brodo, teste di gamberi, lische e teste di scorfano, di gallinella, di triglia e una patata che lo sgrassa.
Deve cuocere più o meno mezz'ora, lo dovete sempre guardare e non deve schiumare.
Rompete un aglio col polso e poi svestitelo delicatamente con le unghie della sua pellicola, così non vi puzzeranno neanche le mani,
non tagliatelo come a volte fa la mia assistente, mettetelo in una pentola alta ed aggiungete olio, se volete va bene anche un po' di peperoncino e lasciatelo rosolare senza bruciarlo, se vi distraete dovete buttare tutto e ricominciare.Aggiungete i totani o i calamari fatti a pezzetti dopo che avete tolto l'aglio dalla pentola, abbassate un po' il fuoco e coprite, lasciate cuocere per qualche minuto, loro lasceranno già una bella acqua saporita, aggiungete poi il brodo. Quando secondo voi è il momento, mettete in pentola la pasta che più vi piace, io preferisco quella mista, quella per la pasta e patate insomma. Girate spesso, ma non siate nevrotici come Donna Pupetta, che sta sempre con la cucchiarella in mano, dovete solo preoccuparvi che il brodo superi di poco la pasta e che non si azzecchi punto.
Non vi perdete in chiacchiere inutili (per i principianti è meglio spegnere il telefonino) e tenete gli occhi aperti. A metà cottura aggiungete i filetti di scorfano di triglie e di gallinella, girate ancora e aggiungete il sale e sempre brodo. Se girate con la giusta cura i pesci si rompono ma non si spappolano. Un minuto prima di spegnere aggiungete i gamberi puliti e due o tre vongole a testa per quanti sono gli invitati (in questa stagione fino a settembre se ne trovano di buonissime, anche il pesce ha la sua stagionalità), queste si apriranno leggermente e renderanno la minestra ancora più gustosa .
Alla fine aggiustate di sale e un ramo di rosmarino, aspettate un minuto e poi impiattate.
Se è andato tutto bene dovreste sentire il mare in bocca,
se invece non vi piace (per colpa mia o vostra), se avete i gatti come noi la date ai gatti (a loro piace), oppure la buttate e scendete a comprarvi un pezzo di pizza...
Piu o meno deve venire come questa, la foto qua sotto non è mia, io non ho assistenti che documentano le nostre cene, ma il piatto è uguale.
P.S. Il brodo che vi avanza non lo buttate, mettetelo lì dove ci fate il ghiaccio e congelatelo, è un ottimo dado che può rendere più sensuale qualsiasi verdura o altro.
mercoledì 11 maggio 2011
post ampelografico
lunedì 9 maggio 2011
ammimistrative 2011
Se ne sta discutendo più o meno dal 1989.
domenica 8 maggio 2011
venerdì 6 maggio 2011
è bellissimo
Art. 147 c.c.: "Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli"
giovedì 5 maggio 2011
Da Settimio all'Arancio
mercoledì 4 maggio 2011
Quella fine estate di dieci anni fa
Il sindaco se l'era visto entrare di forza sbattendosi la porta dietro, con il capo ufficio stampa che inutilmente cercava di fermarlo.
D'altra parte un omaccione grande e grosso come lui che cosa avrebbe fatto dopo. La voce la teneva grossa di suo, poi se ci aggiungiamo le 40 Lucki Strike senza filtro che si fumava ogni giorno.
Da due anni era entrato in servizio anche Antonino, suo nipote, il primo genito di di sua figlia.
Non riusciva proprio a immaginare la propria vita senza quell'ufficio al Metro Tech Center di Brooklyn.
Non poteva sopportare neanche per un secondo il pensiero dei lunedì mattina senza le discussioni infinite e le litigate sugli Yanki e i Mets.
Il sindaco aveva tentato in tutti i modi di farlo riflettere. Gli aveva spiegato che aveva ottenuto, per merito, già cinque anni di proroga, ma ormai aveva 72 anni e 48 di servizio. Avrebbe potuto ottenere forse, un incarico onorario in un'altro ufficio.
Gli aveva risposto che con quel tipo di lavoro ci si puliva il culo, che non era l'uomo adatto ad andare in giro ai funerali dei pompieri, in alta uniforme con la giacca decorata di medaglie.
Giuliani non aveva molto potere in merito, da lì a due mesi avrebbe finito il mandato.
Alla fine era uscito dall'ufficio del sindaco senza salutare e guardarsi indietro convinto che sarebbe andato a lavorare.
Giuliani gli aveva mandato appresso quel nano dell'addetto ai rapporti coi sindacati per farlo ragionare. Infatti dopo un quarto d'ora stavano ancora discutendo sulle scale fuori al palazzo, quando sentirono le urla e videro con le mani in faccia le due vecchie signorine allo sportello informazioni del municipio. Così Anthony ebbe la prontezza di guardare nella direzione in cui guardavano loro, la tv, quella posta sopra la finestra che dà sul parco dove sono piantati tigli.
Solo allora capì che un aereo era entrato in una delle torri.
Fu a questo punto che si mise a correre, fermò una macchina in strada, con la divisa e l'autorità che teneva se lo poteva pure permettere. Non poté arrivare fino alle al Ground Zero, dovette farsi ancora un mezzo miglio a piedi, fino a che non vide i primi mezzi dei pompieri.
Arrivò sotto le torri affannato, intanto era entrato anche l'altro aereo nella torre nord.
Radunò una manciata di uomini, strappò dalle mani di un pompiere una radio trasmittente, prese il comando ed entrarono nella torre sud. Scese dopo un quarto d'ora con un uomo di mezza età sulle spalle, che soffriva d'asma e con un femore rotto, che scaraventò su una barella dietro un ambulanza.
Radunò altri pompieri e gli ordinò di salire per la torre nord.
Il comandante dei vigili del fuoco di New York, senza riprender fiato si riavviò di nuovo per la torre sud.
Erano le 9.50.