Se c'è un posto in questi giorni a Roma dove andare e uscirsene carico di meraviglia, di energia, belle idee e buona educazione è proprio il Teatro Valle.
Un mese fa un gruppo di giovani lavoratori dello spettacolo (come al solito la maggior parte donne, le cose migliori le organizzano loro ormai da parecchio tempo) non convinti, giustamente, di come il comune aveva avviato verso un processo di privatizzazione, hanno occupato il teatro.
La sera qui dentro c'è un'energia che è una meraviglia. Ogni pomeriggio c'è un dibattito e nascono delle idee e delle soluzioni alternative alla privatizzazione comunale, seguono dopo spettacoli uno dopo l'altro.
L'altra sera mi hanno fatto vivere una esperienza indimenticabile, proiettando un video su Franco Basaglia e un collegamento skype con un medico suo allievo. Sono riusciti a portare nel teatro un cavallo di carta pesta alto quattro metri realizzato più di trent'anni fa dai malati di mente rinchiusi nel manicomio comunale di Trieste, con dentro la pancia , tutti i loro sogni. Il cavallo si chiama Marco Cavallo ed è il simbolo di una rivoluzione pacifica voluta da Basaglia e la chiusura dei manicomi in Italia.
All'epoca per farlo uscire dalla clinica e farlo sfilare fino al centro della città dovettero rompere qualche porta, qualche cornicione e una rete di cinta. Per farlo entrare nel foyer del Valle non è stato fatto nemmeno un graffio ai muri.
Viva e forza agli occupanti del Teatro Valle e al rispetto che hanno per questo luogo, stanno occupando un teatro col rispetto dovuto. Così come andava occupato!
Sarebbe bellissimo, questo magico posto, ritrovarselo organizzato così per tutta la prossima stagione.
E poi si vede....
Un mese fa un gruppo di giovani lavoratori dello spettacolo (come al solito la maggior parte donne, le cose migliori le organizzano loro ormai da parecchio tempo) non convinti, giustamente, di come il comune aveva avviato verso un processo di privatizzazione, hanno occupato il teatro.
La sera qui dentro c'è un'energia che è una meraviglia. Ogni pomeriggio c'è un dibattito e nascono delle idee e delle soluzioni alternative alla privatizzazione comunale, seguono dopo spettacoli uno dopo l'altro.
L'altra sera mi hanno fatto vivere una esperienza indimenticabile, proiettando un video su Franco Basaglia e un collegamento skype con un medico suo allievo. Sono riusciti a portare nel teatro un cavallo di carta pesta alto quattro metri realizzato più di trent'anni fa dai malati di mente rinchiusi nel manicomio comunale di Trieste, con dentro la pancia , tutti i loro sogni. Il cavallo si chiama Marco Cavallo ed è il simbolo di una rivoluzione pacifica voluta da Basaglia e la chiusura dei manicomi in Italia.
All'epoca per farlo uscire dalla clinica e farlo sfilare fino al centro della città dovettero rompere qualche porta, qualche cornicione e una rete di cinta. Per farlo entrare nel foyer del Valle non è stato fatto nemmeno un graffio ai muri.
Viva e forza agli occupanti del Teatro Valle e al rispetto che hanno per questo luogo, stanno occupando un teatro col rispetto dovuto. Così come andava occupato!
Sarebbe bellissimo, questo magico posto, ritrovarselo organizzato così per tutta la prossima stagione.
E poi si vede....
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