MINA
E pensare che una volta, qualche decennio fa, nei primi Anni Sessanta, i pediatri neonatologi sostenevano fortemente la bontà dell’allattamento artificiale. Lo preferivano a quello materno affermando che fosse più controllabile nella sua composizione. E le mamme che non avevano latte si consolavano. Le nonne, però, di nascosto scuotevano la testa e dicevano: «Mah, chissà dove andremo a finire?». Adesso è molto chiaro il contrario. Il latte materno, oltre a essere una trasfusione continua di amore puro, è in assoluto il migliore alimento. Il sottosegretario Eugenia Roccella ha promosso la campagna «Il latte della mamma non si scorda mai» per incoraggiare l’allattamento al seno soprattutto al Sud, dove è meno adottato.
E, forse, è vero che, come dice Gianni Letta che si è candidato come testimonial, dà una forza in più. «Quando esco da Palazzo Chigi la sera tardi, mi chiedo: davvero ho fatto tutte queste cose? Eppure, non sono stanco, anche se non ho più 25 anni. Quindi l’allattamento al seno lo raccomando». Mi commuove fino alle lacrime pensare al viso della mamma e alla faccina del neonato al momento della «pappa». Lei lo nutre con tutte le sue forze perché vuole che diventi «bello e iocundo e robustoso e forte», sì, proprio come il sole di San Francesco. Grande ruolo quello della femmina. Di tutte le specie. Una volta, alla domanda: «Rinasceresti uomo?», rispondevo precipitosamente di sì. Mi sbagliavo. Niente è barattabile con la possibilità di diventare madre. Se si riescono a tenere gli occhi aperti, lo spettacolo più bello al quale si possa assistere è quello della nascita. L’uomo, ogni uomo è un evento immenso.
E l’origine di questa immensità è la speranza che si libera nell’atto stesso del parto. Certo, noi siamo sempre troppo disattenti e la società di cui siamo, nonostante tutto, figli o figliastri, favorisce e alimenta una vita e uno sguardo distratto. Ma la donna, ogni volta, è in grado di sconquassare le nostre svagatezze mostrandoci un accadimento colossale. Quello della nostra nascita, appunto. Un atto di gloria, di umiltà trionfante che ci riporta dentro la nostalgia dell’essere creati. E insieme al nuovo individuo si origina la potenza più alta e invincibile che questa terra ci dia la possibilità di contemplare. La più grande di tutte le astrazioni e di tutti i meccanismi. Il vero, puro, sublime, commovente motore del mondo. Sua maestà la Madre.
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